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Channel: Partito democratico Archivi - Periodico Daily
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Pd – Regole, si tratta a oltranza. Renzi e Cuperlo costretti ad accordo

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Continua il negoziato tra le varie componenti del Pd sul problema delle regole del prossimo Congresso. La commissione che se ne occupa, presieduta da Guglielmo Epifani, e’ praticamente in riunione permanente da ieri pomeriggio tra contatti e telefonate che si accavallano. C’e’ il rischio che anche domani, prima giornata dei lavori dell’Assemblea nazionale piddina, che si terra’ presso l’Auditorium di via della Conciliazione con inizio alle 17, ci siano frenetiche trattative prevedendo che il voto sulle proposte finali possa tenersi sabato mattina. Il punto di maggiore dissenso riguarda la tempestica dei congressi regionali, problema che a prima vista puo’ sembrare burocratico. I renziani chiedono che l’elezione del segretario nazionale sia contemporanea a quella dei segretari regionali. I cuperliani auspicano invece che questi congressi si svolgano dopo le assisi nazionali. Obiettano i renziani: in primavera ci sono molte scadenze, a iniziare da elezioni amministrative ed elezioni europee, se non addirittura politiche anticipate se dovesse implodere il governo guidato da Enrico Letta. Quindi, c’e’ il rischio concreto che a comporre le liste e a preparare scadenze politiche cosi’ decisive siano i vecchi segretari regionali, quelli della segreteria di Pier Luigi Bersani. Matteo Renzi, se sara’ eletto segretario, rischia percio’ – argomentano ancora gli eponenti della sua corrente – di essere un leader accerchiato e depotenziato. Ribattono i filo Cuperlo: Renzi non puo’ pretendere di correre per le primarie su un tappeto rosso che deve portarlo al trionfo sia nella leadership del partito, sia nelle primarie per la premiership del centrosinistra. Secondo alcune indiscrezioni, i toni della polemica si sarebbero alzati in alcuni interventi nella commissione, ricordando quelli di Massimo D’Alema di un anno fa (”Se vince Renzi, il centrosinistra e’ finito”). E’ probabile che alla fine le componenti piddine siano costrette a trovare l’accordo. L’Assemblea nazionale si presenta alla vigilia dei suoi lavori incontrollabile, in quanto rappresenta una composizione politica stabilita sui risultati del Congresso del 2009 (da oltre 1000 si e’ ridotta a poco piu’ di 800, per essere valida devono essere presenti il 50% piu’ 1 degli aventi diritto). Ne’ Renzi, ne’ Cuperlo hanno una maggioranza tale da imporre le proprie scelte. Si prevede che le due maggiori componenti piddine (alle quali occorre aggiungere quelle di Gianni Pittella e Pippo Civati, gli altri due candidati alla segreteria) finiranno per siglare la pace, preoccupate anche del precipitare della situazione politica dopo il videomessaggio di Silvio Berlusconi di ieri e il voto della Giunta per le elezioni del Senato. L’accordo finale potrebbe consistere nella data ravvicinata del Congresso nazionale (15 dicembre?), nello stabilire che alle primarie per eleggere il nuovo segretario del partito possano partecipare iscritti e non iscritti al Pd, nel permettere che alle primarie per eleggere il candidato premier del centrosinistra possano partecipare altri candidati (Letta?) oltre al segretario del partito. Se non ci fosse la fumata bianca, rimarrebbero in vigore le regole del Congresso del 2009, che prevedono almeno tre o quattro mesi di procedure prima che si svolga l’assemblea congressuale. Un rischio quest’ultimo che i renziani non vogliono correre. Saranno costretti a cedere sulla tempistica dei congressi regionali? Le decisioni dell’Assemblea nazionale relative alle regole congressuali dovranno essere approvate da una apposita riunione della Direzione del Pd.

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Pd: unita’ su Congresso 8/12, ma se crisi governo gia’ si pensa a rinvio

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E’ durata poco piu’ di un’ora la riunione di Direzione del Pd che doveva confermare data e regole del Congresso, dopo il caotico finale dell’Assemblea nazionale di venerdi’ e sabato scorsi, causa mancanza di numero legale, per modificare lo statuto nell’articolo 3 che prevede l’automatismo tra segretario e candidato premier. A questo proposito i quattro candidati alla segreteria – Gianni Cuperlo, Matteo Renzi, Gianni Pittella e Pippo Civati – hanno preso l’impegno, chiunque di loro sara’ eletto, di convocare in tempi brevi la nuova Assemblea nazionale per modificare quell’articolo dello statuto in modo da cancellare l’automatismo. Un gesto che ha contribuito a far svanire le polemiche e a far si’ che ci fosse un solo astenuto alla decisione che fissa il Congresso all’8 dicembre con regole condivise da tutte le correnti del partito. In questo modo cadono pure tutti i tentativi di frapporre degli ostacoli alla corsa di Renzi, il candidato che parte favorito, verso la segreteria. Di fronte al pericolo che la situazione politica possa precipitare verso le elezioni anticipate, il gruppo dirigente del Pd ha voluto dare il segnale – dopo tante settimane di aspre polemiche interne – di un partito unito e rasserenato, pronto alla battaglia delle posssibili elezioni anticipate. Ricapitolando, Congresso e primarie per eleggere il segretario si svolgeranno l’8 dicembre. I congressi di Circolo e provinciali si terranno prima di quella data, mentre i congressi regionali si svolgeranno entro il mese di marzo. E’ stato Guglielmo Epifani a dare un giudizio sulla situazione politica: ”Mentre Letta era fuori a cercare investitori, il Pdl lo ha pugnalato alle spalle. Si sta scherzando col fuoco. La situazione puo’ sfuggire di mano. E’ stato un tradimento all’Italia. Ora bisogna dare priorita” alla nuova legge elettorale”. Il segretario del Pd ammonisce: ”E’ possibile una crisi proprio mentre il governo si prepara a varare la legge di stabilita”’. Che il quadro politico sia a rischio rottura lo si capisce pure dalle dichiarazioni di Dario Fraceschini, ministro per i Rapporti con il Parlamento, presente alla riunione di Direzione: ”Non e’ piu’ il momento di furbizie, tattiche e perdite di tempo. Serve un chiarimento. Abbiamo assistito a gesti e parole di una gravita’ assoluta che fanno male all’Italia. Il danno rischia di essere concreto. Non serve un chiarimento per prendere un po’ di tempo ma per chiarirsi fino in fondo”. A questo proposito, Epifani fa una proposta che viene accettata: ”Non si puo’ uscire da questa situazione con un ennesimo giro di valzer. Propongo che la nostra Direzione sia permanentemente convocata per valutare quello che succedera’ nei prossimi giorni”. E se nei prossimi giorni ci dovesse essere la crisi di governo? Gia’ ieri Cuperlo aveva fatto trapelare l’idea del rinvio del Congresso ”perche’ prima vengono i problemi del Paese e poi quelli di partito”. Oggi ci pensa Davide Zoggia, responsabile dell’organizzazione, a precisare: ”Il Congresso e’ importante, ma se le cose precipitassero la Direzione valutera’ per il meglio”. Il che significa si potrebbe passare dalle primarie per l’elezione del segretario a quelle per scegliere il candidato premier del Pd o, se si materializzera’, della coalizione del centrosinistra. In quel caso, non e’ da escludere un testa a testa tra Matteo Renzi ed Enrico Letta.

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Bersani, se vince Renzi io leale

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Pier Luigi Bersani assicura che lavorerà “con lealtà” accanto a Renzi se il sindaco di Firenze diventerà segretario del Pd. “Per me conta il collettivo, la squadra”, dice Bersani a In mezz’ora (Rai3). “Io lavoro per la ditta. Poi c’è un amministratore delegato, ma la ditta deve andare avanti”, aggiunge Bersani.

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Renzi – Proposta riforma entro l’8/12

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  ”Assolutamente si’, prima delle primarie”. Così Matteo Renzi conferma l’intenzione di presentare una proposta di riforma elettorale perchè non ci si ”deve preoccupare di andare dal porcellum al superporcellum al porcellinum. La riforma elettorale deve essere una cosa seria, non una misera occasione per sfangare il giudizio della Corte Costituzionale”.

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Pd – Renzi noi avanti mentre tutti divisi

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“Va bene perché in un momento in cui tutti si scindono noi andiamo vanti”. Matteo Renzi commenta i dati delle primarie a “Che tempo che fa”. “E’ un meccanismo per far votare gli iscritti, ma servirà solo ad eliminare il quarto, che sarà ‘nominato’ come nel Grande Fratello. Poi voteranno tutti i cittadini”.

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Pd, confronto a tre alla X Factor Arena Si sfidano in tv Cuperlo, Renzi e Civati

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Sono entrati brevemente in scena prima dell’inizio del dibattito alla X Factor Arena di Milano Gianni Cuperlo, Matteo Renzi e Giuseppe Civati per una foto di rito. I tre candidati alle primarie del Pd si sfidano con grande eleganza. Tutti e tre indossano abito scuro e cravatta: fucsia per Civati, viola per Cuperlo e nera per Renzi. Gli sfidanti sono stati accolti da un lungo applauso del pubblico in sala, che conta circa 600 persone.

Primo punto del dibattito, il governo. Per Gianni Cuperlo “non ci sono più alibi: deve cambiare passo, cambiare rotta e mettere al centro il dramma del Paese che attraversa la crisi più drammatica della sua intera storia”. “Servono azioni mirate e mettere al primo posto il lavoro”, aggiunge. Sulle privatizzazioni è chiaro: “Non è che tutto quel che è pubblico è negativo. E’ sbagliato dare questa idea”.
Un partito che ha dei limiti ma che è “una grande forza popolare”, dice Cuperlo riferendosi al Pd. “Quello che è successo a livello locale è il frutto di un partito che ha smarrito il senso della comunità”. Quanto ai numeri delle primarie, Cuperlo si augura almeno 2 milioni ai gazebo.
Mentre per Matteo Renzi, “il governo siamo noi” . Per il sindaco di Firenze sono tre i punti: abbattere i costi della politica, “2 miliardi e mezzo”, con le riforme e la legge elettorale per un risparmio di 1 miliardo, poche regole per il lavoro e “ridare un minimo di speranza agli italiani”. Poi una battuta su Berlusconi: “Adesso ci sono due opposizioni: Grillo e Berlusconi. Berlusconi non sa governare ma sa fare bene l’opposizione e campagna elettorale. Ha sette vite come i gatti”.
Capitolo privatizzazioni, Renzi è deciso: “Se diamo il via il tre per cento dell’Eni facciamo cassa imediata, ma non facciamo l’operazione migliore per il Paese”. E poi aggiunge: “La privatizzazione dell’Eni fatta cosi’ e’ sbagliata, Ansaldo Energia non va data alla Cdp ma ai coreani. Io non ho paura di privatizzazioni serie”. La sinistra sulle privatizzazioni “si deve far perdonare molte cose. Con i capitani coraggiosi ha perso la faccia di sinistra”. L’8 dicembre, prevede Renzi, a votare saranno “due milioni di persone”. “Spero di prendere il 51%”, aggiunge il sindaco di Firenze.
Per Pippo Civati, la priorità è la legge elettorale: “Dobbiamo cambiarla subito e tornare al voto in primavera”. Mentre per tornare a vincere, per Civati serve “una ricetta politica che dia orgoglio ad un grande partito come il nostro che può avere una grande affermazione elettorale, recuperando l’alleanza con Sel. Abbiamo perso 3 o 4 milioni di voti, dobbiamo riprenderli”. Ottimista sul numero di persone che parteciperanno alle primarie: “Tre milioni di elettori alle primarie”. “Faremo il porta a porta per convincere le persone ad andate a votare, avremo gli ‘spingitori’ di primarie”.

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Renzi – Lancia un patto con il governo e sfida Grillo: “Via i rimborsi se fai le riforme”

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L’assemblea nazionale del Pd incorona Matteo Renzi segretario dopo la vittoria alle primarie dell’8 dicembre che lo ha visto trionfare con il 68% delle preferenze.

E dal palco del centro congressi della Fiera di Milano il neo-leader Pd lancia subito la sfida a Beppe Grillo. Diciamo “sì alla rinuncia dei rimborsi elettorali che spettano al Pd ma solo se il M5S voterà le riforme proposte dal Partito democratico, dalla legge elettorale all’abolizione del Senato elettivo, perché “il Pd sta davanti e non dietro”.
“In queste ore, come è già successo con Bersani e con Letta, Grillo mi dice ‘Renzi firma qua’, metti la tua firma sulla restituzione del finanziamento pubblico – spiega Renzi -. Sono io che dico, Beppe firma qua. Io rilancio il tema: caro Grillo hai 160 parlamentari, sono decisivi, se ti va, se sei serio firma qua, io sono disponibile. Vuoi che rinunciamo ai rimborsi del prossimo anno? Ci costa molto ma siamo disposti ad accettare la sfida a una condizione: non si fa atto di resa, di’ ai tuoi senatori di votare per trasformare il Senato e ai deputati di votare per una legge elettorale per cui chi vince governa”. Renzi ha incalzato ancora Grillo: “Noi siamo disposti ma Grillo deve votare in Parlamento, votare per quelle cose per cui il M5S è stato eletto. Se non ci stai, chiacchierone e buffone vale per te”.
Per Renzi infatti il “nuovo gruppo dirigente del Pd deve imporre una nuova visione al Paese per i prossimi 15 anni e una agenda al governo per il prossimo anno”. E’ necessario “collaborare con le forze di coalizione per un’agenda puntuale e con tutte le forze politiche per le riforme istituzionali e costituzionali”.
E il primo punto del Patto di coalizione proposto dal segretario dem “è una agenda condivisa con una scansione temporale chiara che parta da un accordo alla tedesca, voce per voce con la tempistica, per evitare la vicenda Imu, per chiarire su cosa vogliamo lavorare sui prossimi 15 mesi”.
Tra i primi provvedimenti indicati dal leader dem da mettere in campi “in un mese” c’è “una Pdl condivisa che sia nelle condizioni di semplificare le regole del lavoro, per modificare gli ammortizzatori sociali, per affermare il diritto che quando perdi il lavoro c’è una formazione che dà risposte”.
Ma tra le voci del patto di coalizione Renzi inserisce anche il riconoscimento delle unioni gay: “Io su questo sono prudente ma i ‘civil partnership’, le unioni civili, devono essere nel patto di coalizione che lo voglia o meno Giovanardi. Siamo il Pd e non possiamo far finta di niente su questo”.
Da inserire nel patto di coalizione che la maggioranza di governo dovrà stringere per il 2014, anche la modifica della legge Bossi-Fini.
Perché, avverte, “il Pd è parte integrante del governo ed elemento fondamentale della tenuta dei prossimi mesi. Se alle prossime europee si va con risultati balbettanti la responsabilità non ce l’hanno Grillo e Berlusconi ma cadrà tutta sulla testa del Pd”.
Il voto delle primarie, sottolinea Renzi, “chiede alla politica e al Pd una capacità di cambiamento senza se e senza ma. Gli italiani – sottolinea – non hanno detto voto Renzi perché voglio il sindaco di Firenze, o noi diamo un’occasione per cambiare o non andiamo da nessuna parte. Se non abbiamo questa consapevolezza non riusciamo a dettare l’agenda di queste settimane e mesi”.
“L’Italia – incalza Renzi – è nelle mani del presidente del Consiglio, del governo ma soprattuto del Pd. O la partita la giochiamo noi o non la gioca nessuno. Io sono assolutamente certo dei miei limiti” ma “il Pd guida la carretta non la insegue”, insiste il segretario Pd sottolineando che tutto questo è “bello e affascinante e ci dice che la politica è passione ed enstusiamo”. Per tutto ciò, secondo Renzi, “qui inizia un percorso destinato a cambiare non il Pd ma l’Italia”.

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Il Pd compatto per Renzi-premier Letta incassa e salirà al Colle

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La direzione Pd ha votato la sfiducia al premier Enrico Letta e lancia il suo segretario, Matteo Renzi, verso la guida di un nuovo governo. L’obiettivo è un “cambiamento radicale” e l’orizzonte del 2018. Renzi ha dalla sua la grande maggioranza della direzione. Letta, che del Pd è stato vicesegretario, assiste da Palazzo Chigi al voto dei compagni che chiudono la stagione del suo esecutivo. Andrà da Napolitano per le dimissioni. Da chiarire con quale programma e quale sostegno nascerà il nuovo esecutivo

In una giornata ad alta tensione, fino all’ultimo gli “ambasciatori” democratici provano a convincere Letta a farsi da parte ed evitare al Pd il rito di un voto di “sfiducia”. In mattinata a Palazzo Chigi si presentano il portavoce della segreteria Lorenzo Guerini e i capigruppo Roberto Speranza e Luigi Zanda. A Letta prospettano (il partito però smentisce) il ministero dell’Economia in un governo che abbracci il suo programma Impegno Italia. Ma il premier tiene il punto. Vuole che a viso aperto Renzi dichiari di voler prendere il suo posto. Pretende che il Pd si pronunci con un voto.

IL DISCORSO – Il segretario, da parte sua, non si tira indietro. E lima il documento che alle 15.30 legge davanti ai 160 membri della direzione Pd. Una trentina di righe. Per invocare “un nuovo esecutivo” che abbia “un orizzonte di legislatura”, fino al 2018, per fare le riforme economico-sociali e istituzionali necessarie per il Paese. Il testo si apre con un grazie a Letta, per “il notevole lavoro svolto in un momento delicato” e “assume Impegno Italia come contributo”. Ma poi chiede “una fase nuova”.

Renzi legge il documento, poi scandisce: “Non si tratta di una staffetta. Staffetta è quando si va nella stesa direzione e alla stessa intensità, non quando si prova a cambiare ritmo”. Non si può continuare così, puntualizza. “Siamo di fronte a un bivio”: da un lato le elezioni, dall’altro una “legislatura costituente”. Il voto anticipato, spiega, “ha un fascino”, ma non “risolverebbe i problemi”, anche perché non c’è una legge elettorale in grado di consegnare maggioranze stabili.

“PAGINA NUOVA” – Dunque, afferma Renzi, il Pd deve “rischiare” e “prendersi la responsabilità” di proporre un “patto di legislatura”. Un “rilancio radicale”, l’apertura di una “pagina nuova”. Non in polemica “verso Enrico”, assicura il segretario. Che non affonda il colpo, non trasforma la direzione in un “processo al governo”. E al Pd chiede: “Usciamo tutti insieme dalla palude”.

Dopo due ore e mezza di dibattito, i membri della direzione alzano i badge, inquadrati dalle telecamere della diretta streaming: una maggioranza schiacciante approva il documento letto da Renzi. I sì sono 136, votano no i 16 civatiani, si astengono Fassina e la bindiana Miotto. I lettiani lasciano la sala in anticipo: non partecipano al voto.

LE DIMISSIONI – La presa d’atto di Letta non si lascia attendere. Dopo appena cinque minuti, il premier annuncia di aver “informato” il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, della volontà di recarsi, dopo un ultimo Cdm, al Quirinale per “rassegnare le dimissioni”.

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Riforme, Pd pronto a incontrare in streaming M5S “La legge elettorale entro il 2014″

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“Nuova legge elettorale entro la fine del 2014 e sì definitivo alla riforma costituzionale nel 2015″. Matteo Renzi e i vertici del Partito democratico rispondono al Movimento 5 Stelle dettando i tempi e aprendo a un ulteriore confronto con i grillini: “Siamo d’accordo nell’incontrarci di nuovo e vi diamo la disponibilità per le giornate di giovedì o venerdì. Va bene presso la Camera, va bene in streaming, fateci sapere”.

Il Partito democratico tocca anche il fronte caldo della “immunità” dicendo di essere diposto a discutere in materia. Ecco cosa dice infatti la lettera con cui i vertici del Nazareno analizzano le posizioni dei grillini sulle riforme: “La vostra posizione sull’immunità è molto seria. Siamo pronti a discuterne, anche con gli altri partiti. Come sapete noi non guardiamo in faccia a nessuno e abbiamo votato per l’arresto anche di nostri colleghi”.

La lettera: ok alla discussione – “La vostra risposta ci sembra molto interessante e vorremmo valutarla per le cose che scrivete qui, non per gli insulti che ogni giorno alcuni di noi subiscono da vostri dirigenti”. E’ questo l’incipit della lettera firmata da Renzi e dai vertici dem, che aggiungono: “Noi vogliamo incoraggiare quella parte di voi che – nel rispetto di un voto contrario all’Esecutivo sulle politiche economiche o sulle sue scelte di governo – ha desiderio di confrontarsi per il bene del Paese sulle regole. Quindi, noi ci siamo”.

Il documento continua dicendo che “la presenza di soglie per le formazioni minori è presente in tutti i sistemi sia attraverso previsioni esplicite (in Europa di solito è il 5%, l’Italicum prevede il 4,5%, la legge sulle Europee il 4%) sia attraverso meccanismi impliciti (come per esempio nel sistema inglese o spagnolo)”.

E ancora: “Noi abbiamo proposto il premio di maggioranza alla coalizione, voi volete lasciarlo solo alla lista vincente. La vostra è una posizione legittima, che rafforza il bipartitismo a scapito del bipolarismo. Anche tra di noi ci sono molti che vorrebbero dare il premio di maggioranza solo a chi arriva primo, senza obbligo di coalizione. Porremo la vostra legittima considerazione all’attenzione anche degli altri partiti”.

“Scrivete che siete disponibili a un ballottaggio e ci pare che questo argomento sia molto importante. Voi volete assicurare un premio che arrivi al massimo al 52%. Nell’Italicum il massimo è al 55%. Nella legge elettorale dei sindaci è il 60%”. Il Pd sottolinea dunque che, al di là di differenze di soglie, “il punto fondamentale è il principio: accettate il fatto che ci sia un vincitore, accettate l’esistenza di un premio di maggioranza”.

“Ci pare – si legge ancora nella lettera – che l’unico punto di discussione sul Senato verta sul fatto che la vostra richiesta è di scegliere i 74 consiglieri regionali che siederanno anche in Senato con l’elezione di primo livello anziché con l’elezione di secondo livello”. Il Pd dunque ironizza sul fatto che la riforma costituzionale “sarà anche un attentato alla democrazia” ma “rischia di vedervi d’accordo su quasi tutti i punti”.

Di Maio (M5S): martedì risposta a Pd – “Abbiamo letto la lettera del Pd. Domani riceveranno una risposta”. Lo scrive Luigi Di Maio su Twitter.

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Politica — Matteo Renzi annuncia la nuova segreteria del PD 8 donne e 7 uomini

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“Una segreteria di 15 persone, con 8 donne e 7 uomini”. Lo annuncia Matteo Renzi alla direzione del Pd precisando che le deleghe saranno assegnate giovedì prossimo e che “ci riuniremo agli stessi orari antelucani”.

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Il Pd ha bisogno di una “gestione unitaria,Cuperlo dice plurale,mi sta bene” sottolinea Renzi aggiungendo: “Oltre alla segreteria ci saranno aggiustamenti al gruppo di Camera e Senato, inoltre alcuni di noi lasceranno il governo per nuove responsabilità nelle prossime ore”.

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Italia : Grillo tuona:”Il Partito democrtico è il partito che più piace alla camorra, ditelo a Saviano”

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Italia – In questi giorni Beppe Grillo è tornato a fare parlare di se con alcune dichiarazioni sul PD e Caputo : "Il Pd è il partito politico che più piace ai camorristi". Beppe Grillo dal suo blog tuona contro al Partito Democratico e prende di mira con queste dichiarazioni l'eurodeputato Nicola Caputo, il quale è inquisito per voto di scambio. E il post termina con queste burlesche dichiarazioni: "Che qualcuno lo vada a dire a Saviano". " Nicola Caputo, secondo i pubblici magisteri – dice Beppe Grillo leader del M5S nel suo post – che il suddetto Caputo è stato 'il relatore dei Casalesi in Regione Campania già dagli inizi del 2010 quando venne nominato dal consigliere per opera dell'intervento della camorra. Caputo ora è indagato per voto di scambio politico mafioso.Grillo attacca:

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 Le Famiglie arcobaleno sono scese in piazza ieri per aderire alla legge per le unioni civili

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Italia – Ieri sabato 24 gennaio 2016 in quasi 100 piazze italiane sono state moltissime le famiglie arcobaleno che sono scese in campo per ciò che concerne il decreto legge Cirinnà sulle unioni civili. “ Andremo in piazza e saremo vicini ad un pezzo molto importante della società civile , numerose associazioni, istituzioni,partiti e molte altre organizzazioni hanno acconsentito in massa all’annuncio sulle unioni civili e hanno fatto sapere che saranno presenti molte associazioni ai presidi,Uniti possiamo fare un flashmob,portandoci dietro orologi e sveglie per coordinare e dare brio al Paese”
“tantissime sveglie si sono accese ieri in tutto il Paese e adesso il Parlamento almeno le ascolti” queste dichiarazioni le ha fornite l’arcigay che fa un rendiconto su queste numerose manifestazioni tenute in molte delle nostre piazze italiane

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Legge elettorale giovedì alla Camera

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Accordo doveva essere, accordo sarà. L’Italicum, così come revisionato dalla Consulta (leggere qui), che lo ha privato del ballottaggio, non garantisce la tanto agognata governabilità. Troppo alta in effetti appare l’asticella del 40% per il premio di maggioranza, traguardo che nessuna compagine al momento sembra in grado di raggiungere. Sicché dopo le sforbiciate dei giudici… Continua Legge elettorale giovedì alla Camera

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Trento approva la “protezione temporanea”

Obama, Cinton e CNN: recapitati sospetti ordigni esplosivi


Midterm 2018: prima prova elettorale dell’America di Trump

Umbria, concorsi sanità “falsati”, 4 arresti: PD nella bufera

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Un vero e proprio terremoto giudiziario si è abbattuto sul sistema sanitario umbro. In seguito ad un’indagine della Guardia di Finanza, il gip ha autorizzato l’arresto di quattro persone che sarebbero coinvolte nell’organizzazione di concorsi legati alla sanità che, secondo gli inquirenti, erano “condizionati e sostanzialmente falsati”. Nello specifico, si tratterebbe di almeno 11 selezioni […]

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Romano Prodi a Bologna: la politica contemporanea secondo il Professore

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Romano Prodi, intervistato da Marco Damilano, ha parlato della situazione italiana ed europea dal palco della Repubblica delle Idee, una serie di incontri organizzata dal giornale fondato da Eugenio Scalfari durante la quale sono stati affrontati vari argomenti di strettissimi attualità, dalla crisi venezuelana all’esito del voto europeo, dalla Brexit alla lenta rinascita del PD. […]

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Veneto: le “Colline del Prosecco” nominate patrimonio UNESCO

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Le bellezze paesaggistiche italiane continuano ad essere notate dall’UNESCO. L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura è uno dei vari organi nati subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, una di quelle organizzazioni il cui scopo principale è quello di creare una comunione che impedisca di fatto l’esplosione di un’altra […]

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Totoministri Governo Conte-bis: i possibili nomi dell’esecutivo giallorosso

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